Produrre bioplastiche! Lo sapevate? 

Ma cosa sono le bioplastiche? 

Sono tutti quei polimeri derivati da risorse rinnovabili, biodegradabili e compostabili.

Possono essere plastiche realizzate a partire da materie prime vegetali come mais, patate e barbabietole o possono essere riferite anche a polimeri qualsiasi ma biodegradabili. 

Infatti, un biopolimero può anche essere di origine petrolchimica e al contempo essere adatto al compostaggio oppure può derivare da vegetali e non essere biodegradabile.

All’Università di Tuskegee in Alabama (USA) il gruppo di ricerca capitanato dal Dott. V. Rangari ha usato i gusci d’uovo scartati per creare bioplastiche.

Hanno polverizzato i gusci d’uovo tramite ultrasuoni in piccolissime particelle che poi sono state unite a una miscela di bioplastiche. Questa miscela è risultata elastica e resistente e naturalmente biodegradabile.

L’impiego di queste bioplastiche avrebbe un enorme vantaggio in termini di sostenibilità perché i polimeri usati nello studio derivano da risorse agronomiche quindi rinnovabili. Sarebbero un’alternativa ecologica alle comuni plastiche derivate dal petrolio che richiedono anni prima di decomporsi.

Gli imballaggi e il loro smaltimento stanno diventando in grosso problema a livello ambientale.

Per ora, i risultati migliori si sono avuti con PBAT (polibutirrato adipato tereftalato) e PLA (acidi polilattici).

Il PBAT deriva dal petrolio ma perfettamente biodegradabile. Se confrontato con il diffusissimo PET risulta meno resistente. Il PET, ad esempio, può essere riciclato ma non è assolutamente biodegradabile.

I PLA invece sono plastiche che derivano da amido e sono completamente biodegradabili ma non risultano molto resistenti e non sono sempre adatte come contenitori per il cibo. 

Il nuovo materiale a base di gusci d’uovo dovrebbe essere un connubio tra sostenibilità e performance tecniche.

Fonte: http://pin.it/1eaIM4Q

Durante il 252esimo National Meeting & Exposition of the ACS (American Chemical Society) è stato presentato il nuovo film barriera, biodegradabile, EDIBILE a base di caseina. All’inizio della sua creazione i risultati non erano ottimali ma l’aggiunta di pectina derivata dagli agrumi ha migliorato la situazione. Ora è simile alle attuali pellicole anche se un po’ meno elastico.

Insomma, l’idea che si possano produrre materiali di imballaggio completamente riciclabili, prodotti da fonti rinnovabili e addirittura edibili mi pare incantevole.

Vedere il nostro pianeta invaso dalla plastica mi fa male al cuore, sapere che la plastica sta distruggendo il nostro mare mi fa arrabbiare e per questo, nel mio piccolo, piccolissimo, cerco di fare come posso per riciclare, non sprecare e acquistare responsabilmente ma c’è ancora tanta strada da fare, mi accompagnate?

Laura Faedda

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