Mentre vegani e onnivori sono impegnati in scontri più o meno civili, c’è chi non si è scandalizzato per nulla e, come si dice, tra due litiganti il terzo gode.
In questo caso ci gode la parte più furba dell’industria, quella che non si è fatta spaventare dalle nuove tendenze e che ha saputo fare il suo lavoro: assecondare il mercato e VENDERE!
A giudicare dai numeri vende anche tanto. Le vendite di bevande vegetali, ad esempio, hanno avuto un’impennata incredibile tanto da preoccupare tantissimo tutto il settore lattiero-caseario.
Per decenni l’industria del latte ha fatto da padrona di un impero immenso e, sinceramente, tutto mi sarei aspettata ma non di vederla tremare minacciata da una manciata di soia. Eppure è così. Scrivono fiumi di parole sulle loro riviste di settore e ai loro convegni si arrampicano sugli specchi. Io davvero non me lo aspettavo.
Sono tutti arrabbiati per la disinformazione, i santoni, il numero di libri venduti da questo e da quello, il numero di follower di quell’altro ecc
In tutto questo marasma io non ci metto becco perché penso che ognuno dev’essere libero di fare come crede, di mangiare quello che vuole.
È sicuramente giusto portare a galla certe situazioni e invitare alla riflessione ma tutto in forma civile affinché sia producente. Non è con le urla e le offese che si raggiunge un risultato.
Scritto questo, vorrei far riflettere sugli stili di vita.
La verità è che sicuramente non si deve mai fare di tutta l’erba un fascio e tra i vegani ci sono delle differenze come tra gli onnivori. C’è chi è più pigro in cucina e chi è più attento a quello che compra e mangia per ambo le parti.
Un vegano che mangia esclusivamente cibo industriale non mangia meglio di un onnivoro che mangia materie prime di alta qualità e per prima qualità intendo la qualità di tutta la filiera.
Allo stesso tempo non si può confrontare un onnivoro che mangia tanto cibo industriale con un vegano che sceglie con cura le materie prime e se le cucina da solo.
Se fossi vegana non andrei alla ricerca di surrogati che per me non hanno alcun senso, probabilmente cercherei di cucinare da me i piatti cercando di evitare quelli già pronti.
Ci sono tantissimi piatti vegani che amo cucinare, sono buonissimi, sani e sono un ottimo diversivo ma le preparazioni industriali raramente mi piacciono e alcune non le comprerei mai, altre non potrei mangiarle per via della soia che non posso mangiare per i miei problemi di tiroide.
Capisco e non ci trovo nulla di male se, per praticità, ogni tanto si comprano piatti pronti con una lista di ingredienti discutibile, lo faccio anche io sapete…ma l’importante è che non diventi un’abitudine.
Vi ho tediato con questo inconsueto post perché ho letto un articolo contro cibi pronti vegani per via della loro lunga lista di ingredienti non sempre genuini.
L’ennesima polemica. Hanno fatto passare lo stile di vita vegan come una moda e i vegani come un branco di idioti.
Per decenni tutti noi abbiamo consumato cibo spazzatura, vegano o no, ma tutti questi signori non avevano tanto da scrivere mi pare.
Adesso che i consumi si stanno orientando su nuove direzioni tutti vanno a fare le pulci alle novità ma l’importante è fare scelte consapevoli senza fermarsi alle apparenze o agli slogan.
Mangiare sano significa informarsi e usare la propria testa.
Beh comunque mentre tutti continuano a discutere l’industria continua a vendere…beati loro!
Voi come vi regolate con gli acquisti?
Laura Faedda
16 febbraio 2017 at 12:39
Mi complimento con te per il post ben scritto! Dici bene “Mangiare sano significa informarsi e usare la propria testa”… io aggiungerei però di avere la consapevolezza di ciò che si mette in tavola! Bisognerebbe che aprissimo prima di tutto gli occhi e poi anche il cuore (per vedere come giunge a noi un affettato gustosissimo da mettere fra il pane, o cosa è in realtà una pietanza che crea sofferenza solo per rispettare tradizioni)… ai giorni d’oggi ci sono infiniti mezzi d’informazione quindi sfruttiamoli. Inutile andare a tastoni e battagliare per “sentito dire” o “un tempo era meglio quando…”. Dobbiamo avere fame di sapere, di analizzare con fermezza e intelligenza. Il discorso è abbastanza complesso ma stimo particolarmente il modo in cui l’hai posto 😉 Ben venga il confronto, togliamoci i paraocchi e i pregiudizi… dopotutto dovremmo essere esseri non privi di materia grigia! Buona giornata. V.
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16 febbraio 2017 at 13:01
Ti ringrazio. L’intento ambizioso di questo blog è proprio la divulgazione di informazioni di prima mano. Io arrivo da quel mondo orribile degli allevamenti intensivi e dell’agricoltura senza scrupoli. Vorrei condividere con voi il mio percorso con la speranza di indurre una riflessione. Speriamo bene! Laura
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16 febbraio 2017 at 13:03
Complimenti davvero per il progetto! Tanto di cappello, hai la mia stima, ti sei posta più che bene 😉👊
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16 febbraio 2017 at 13:11
Sono davvero contenta che sia passato il concetto! 😁
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16 febbraio 2017 at 17:20
Saggio post. Come hai giustamente detto, le scelte alimentari vanno rispettate se effettuate con consapevolezza e criterio. Certo, tra un vegano che mangia cibi industriali magari da discount ed un onnivoro che alterna e sceglie cibi biologici controllandone origine e qualità, avrai capito che preferisco (e faccio parte) della seconda categoria. Credo che, se non ci sono problemi accertati di intolleranze o allergie, una sana rotazione di tutti gli alimenti nelle giuste dosi non può danneggiare nessuno, senza arrivare ad estremismi che spesso mi danno tanto di idee new age… Ciao La!
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16 febbraio 2017 at 17:34
Sono d’accordo. Abbiamo perso il senso della misura perché tutto è diventato troppo accessibile da quando abbiamo deciso di rinunciare alla qualità.
Prima si mangiava la carne una volta alla settimana perché era cara. Era cara perché l’animale pascolava e produceva di meno.
La stagionalità delle cose era accettata da tutti.
La carne era qualitativamente migliore, l’animale era più rispettato e mangiandone il giusto non si avevano i problemi di salute che ora ci affliggono e si inquinava meno l’ambiente.
Ma ora vogliamo tutto e subito e la carne ce la tirano dietro a 2,99 euro al kg.
Peccato che quella non è carne ma una VERGOGNA!
Laura
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17 febbraio 2017 at 16:47
Io leggo le etichette e cerco di escludere i prodotti con coloranti e conservanti, per quanto possibile. Non compero piatti pronti o precotti, ma cucino tutto in casa, cerco di mangiare variato (così cambio veleni). Non so se tutti prodotti con la sbandierata etichetta del biologico siano davvero quello che dicono di essere, in ogni caso, benché sia portata a preferirli agli altri, non posso includerli sempre nella mia spesa e/o dieta perché spesso i prezzi sono troppo alti. Il mio problema grosso, in questo senso, è l’olio extra vergine di oliva.
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17 febbraio 2017 at 16:53
Mi ha fatto sorridere “così cambio veleni”. Eh si, non potremo mai e poi mai essere sicuri di quello che compriamo ma possiamo escludere i cibi che sicuramente hanno qualcosa che non va e scegliere la speranza…già essere consapevoli di tutto questo è moltissimo sai! Per quanto riguarda i prezzi ti capisco, dobbiamo cercare di bilanciare in qualche modo quando andiamo a fare la spesa. Escludere i piatti pronti intanto ci fa già risparmiare molto da reinvestire in materie prime di qualità. Laura
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17 febbraio 2017 at 18:25
Anch’io cerco di variare il più possibile ( così anch’io cambio veleni e non faccio cumulo 😜)e non riesco sempre a comprare bio (che poi chissà se lo è veramente, dovremmo selezionare anche lì tra le varie aziende) , si fa quel che si può! La fortuna che ho io è di avere un piccolo orto, almeno sono sicura di quel che mangio, però credo che il fatto di essere consapevoli e leggere le etichette come fai tu sia già moltissimo! L’olio d’oliva è molto caro è vero, ma ti assicuro che è un lavorone raccogliere le olive, potare gli alberi e soprattutto fare un olio bio con il problema della mosca ( ne facciamo un po’ anche noi in famiglia e ogni anno mi viene male quando dobbiamo raccogliere le olive) però sono anche convinta che la nostra salute non abbia prezzo quindi io cerco magari di comprare in maniera più oculata, meno prodotti e allo stesso tempo sprecando meno😃 e cercando le offerte !
Grazie per la tua testimonianza Silvia
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17 febbraio 2017 at 19:04
Non che ci sforziamo molto in famiglia, perché mangiamo tutto quello che c’è nel piatto, ma non conosciamo il problema dello spreco! 🙂 Quanto all’olio non faccio fatica a credere che quello buono sia costoso, ne sono consapevole. Lasciando perdere il caso personale, perché mi ritengo da annoverare fra le persone fortunate, pur dovendo confrontarmi con qualche limite di budget, faccio presente che moltissime persone, in questi difficili tempi, non possono mettere nel loro carrello niente che sia biologico e sono costretti a vivere di quelli che gli abbienti considerano scarti, ossia i prodotti del discount.
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17 febbraio 2017 at 19:12
È vero Silvia purtroppo tantissime persone fanno i salti mortali per arrivare a fine mese e non è giusto che non possano mangiare bene. Le situazioni peggiori le vediamo in città perché in campagna anche chi è meno fortunato riesce a cavarsela perché magari ha un piccolo orto e qualche animale e poi la solidarietà è diversa. Nelle piccole realtà ci si aiuta ancora.
Mi dispiace invece vedere alcune persone che non si privano di nessun vizio e per compensare comprano cibo scadente. Questa però è ignoranza, è diverso. Laura
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18 febbraio 2017 at 1:23
Complimenti innanzitutto per l’ottimo articolo.
Occasionalmente mi capita di mangiare vegano sia a casa che in giro, e devo dire che se preparati bene e con alimenti di stagione si tratta veramente di piatti che saziano anche con poco, e sono pure parecchio gustosi!
Sono anche un amante della carne però.
Cerco sempre più spesso di acquistare carne di provenienza certa, anche perché dopo aver mangiato carne di qualità, oggettivamente posso dire che, almeno nella mia zona, quella del supermercato 8/9 volte su 10 non è buona.
Lo stesso discorso però possiamo farlo per frutta e verdura. Una volta mangiata verdura di stagione, magari a km 0, provate a dirmi che sapore ha quella del supermercato. L’ultima volta che ho comprato dei finocchi al supermercato non avevano assolutamente alcun sapore. Lo stesso vale per la frutta raccolta acerba e maturata in frigorifero anziché al sole.
Insomma, se la materia prima è buona e coltivata/allevata come si deve sazia anche di più, senza bisogno di aggiungere quintali di condimenti e spezie perché ciò che compriamo non ha sapore.
Mangiare è anche un’esperienza sensoriale! Se mangio una pesca che non sa di niente per il mio cervello è come se non avessi mangiato nulla. Ed è lo stesso se ne mangio 3 di pesche, magari ho la pancia piena ma il mio cervello ha ancora “fame”.
Quanto all’industria del cibo vegano “da microonde”, si tratta di junk food proprio come le pizze pronte in 5 minuti, che anche io mangio, per carità, ma che come giustamente dicevi devono essere l’eccezione e non la regola.
In merito al costo, mi rendo conto che trovare prodotti genuini in grandi città possa essere difficile. Purtroppo qui ci si va a scontrare col fatto che sono stati messi in atto concetti totalmente sbagliati di sviluppo della società all’interno dei grandi centri. Per quanto si voglia chiudere gli occhi o guardare dall’altra parte, questi sistemi non sono ahimè sostenibili.
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18 febbraio 2017 at 1:58
Grazie Luca sono contenta di non essere la sola a pensarla così. Il fatto è che non dobbiamo farci incantare dalla facciata dei prodotti ma dobbiamo leggere la lista degli ingredienti e chiederci se sappiamo cosa sono. Laura
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21 febbraio 2017 at 0:03
Io ho provato delle svizzere pronte una volta, tanto per curiosità. Onestamente mi sono sembrate di cartone, le ho buttate dopo due bocconi. Erano oscene!
Detto questo io non critico nessuno, ognuno deve essere libero di mangiare cosa vuole, però certa gente, da entrambe le parti, è davvero insostenibile.
Poi ci sono i buffoni, quelli che lo fanno per moda e non capiscono niente: lì è il trionfo dell’industria della roba pronta.
Una mia ex collega si professava vegana, una volta a casa mia a cena mi ha fatto diventare matta, nonostante avessi cucinato cibo a prova di rompipalle aveva iniziato a scassare per lo zucchero, non le andava bene neppure il miele perchè era sfruttamento delle api.
Si è bevuta il caffè amaro.
Passa qualche giorno e, dalla macchinetta del caffè, raccontava della cena romantica che si sarebbe apprestata a fare con il marito per l’anniversario. Stava raccontando ad alcune colleghe che sarebbe andata a mangiare l’aragosta.
Io allibita la guardo, poi le domando: “ma tu non eri vegana?”
Lei, candidamente: “le aragoste non sono mica mammiferi”…
NO COMMENT…
Le api sì?
Le aragoste non sono esseri viventi? Vai un po’ a sentirle urlare quando le cacciano in pentola.
Roba da matti, la gente così la appenderei per i piedi. Mi ha tanto rotto le palle per una bustina di zucchero, non so manco per quale malessere le potesse procurare che non credo avesse niente a che vedere con l’essere vegana, poi si andava a mangiare l’aragosta… ma va…
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21 febbraio 2017 at 7:09
No dai davvero? Cavolo proprio l’aragosta poi che viene immersa viva in acqua bollente…non ho parole. Quello è proprio esserlo per moda. Io sono stata invitata recentemente a cena a casa di un’amica che si è dimenticata che non mangio carne. Per fortuna ha cucinato molte pietanze e alla fine non si è nemmeno accorta che non la ho mangiata. A me non piace rompere le palle al prossimo. Se ho deciso di non mangiarla sono affari miei e non devo convertire nessuno. Se poi uno me lo chiede dico le mie motivazioni ma finisce lì. Se non mangio zucchero raffinato e mi invitano e non posso evitarlo pazienza. Per una volta non muoio mica. Al massimo non faccio il bis. Insomma, vivi e lascia vivere! Laura
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21 febbraio 2017 at 8:59
Io non mangio pesce di nessun tipo, sono allergica a molti e l’odore mi fa venire nausea solo a sentirlo. Lo dico sempre prima i maniera compulsiva 😂😂😂 Qui da noi in Liguria hanno il vizio di propinare pesce a tutto spiano e a non dire niente rischio di dover rifiutare tutte le portate di un pranzo 😂😂😂
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21 febbraio 2017 at 9:02
Beh direi che allora fai bene a dirlo più volte! Sai io ho sempre mangiato tutto quindi non sono abituata io stessa a mettere dei paletti e mi scoccia da morire farlo. Per questo preferisco quando andiamo al ristorante almeno posso scegliere senza causare problemi a qualcuno 😅
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