C’era una volta (ma, tranquilli, c’è ancora) una mia conoscente che si era autodiagnosticata una intolleranza al lattosio.

Aveva iniziato con una dieta ad esclusione in tempi ancora difficili perché reperire cibi senza lattosio era davvero un’impresa pazzesca.
Il risultato è che le è sembrato di sentirsi meglio.
Lo credo, aveva rinunciato di punto in bianco agli alimenti da sempre onnipresenti nella sua alimentazione e di cui andava ghiotta consumandone sicuramente più del necessario.
Via latte e quasi tutti i formaggi come prima cosa, poi via praticamente tutti i dolci e i cibi industriali (quelli insospettabili ma che nascondono bene il lattosio) come ad esempio il prosciutto cotto.
In quegli anni la legge sull’etichetttatura non è come la conosciamo oggi e il consumatore, in fatto di ingredientistica e allergeni non era tanto informato.
Insomma, lei si è sentita subito più sgonfia, è dimagrita e si è ancora più convinta di avere dei problemi con il lattosio.
È arrivata al punto di comprarsi un integratore dell’enzima lattasi che pensava di non avere (e invece non era così) pur di concedersi ogni tanto qualche sgarro.
Peccato che la lattasi è un enzima inducibile e se si smette di assumere
lattosio o se si inizia ad assumere l’enzima dall’esterno, il nostro corpo smette di produrlo.Per questo motivo è importantissimo essere sicuri di essere veramente intolleranti al lattosio facendo il breath test che è l’unico esame scientificamente provato per questo scopo.
La mia conoscente non era affatto intollerante al lattosio e stava rinunciando ad una categoria di alimenti inutilmente rendendo più complicata anche la vita sociale.
La tentazione di frugare su internet è pazzesca per tutti ma fare autodiagnosi è sempre sbagliato.
Ci sono in giro moltissimi test per le intolleranze che non sono accettati dalla medicina tradizionale semplicemente perché non forniscono risultati RIPETIBILI e certi. Questo tipo di test sono in genere semplici e poco invasivi ma soprattutto sono cari, hanno un pessimo rapporto qualità – prezzo ma sono venduti benissimo da ottimi commercianti…
I sintomi che spesso vengono utilizzati per formulare queste autodiagnosi o diagnosi che si avvalgono di metodi discutibili, sono molto generici e necessitano di approfondimento perché potrebbero essere legati a patologie anche molto serie.
Inoltre mi preme moltissimo evidenziare che eliminare certi alimenti senza un motivo certo può essere molto dannoso perché potremmo perdere la capacità di digerire un certo alimento come spiegato nell’esempio del lattosio. Persa questa capacità potremmo avere dei problemi alla reintroduzione dell’alimento ingiustamente incriminato.
È importantissimo che sia UN MEDICO a stabilire se una persona è intollerante o allergica ad un alimento.
Laura Faedda
18 marzo 2017 at 10:31
Hai scientificamente ragione…ma mi par di capire che la tua conoscente è stata comunque meglio eliminando il lattosio dalla dieta. Forse una conferma (se mai ce ne fosse bisogno) dell’effetto placebo? Il limite tra leggi biologiche (abbastanza conosciute) e leggi neurologiche (del tutto sconosciute) mi pare ancora troppo profondo e sono sempre convinto che la medicina allopatica abbia intrapreso una strada totalmente sbagliata per guarire le persone…sempre se il suo fine sia davvero quello di guarirle… 😉 Ciao Lauretta!
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18 marzo 2017 at 10:38
Ciao Gigi! Mah più che un effetto placebo credo che abbia influito il cambio radicale nelle abitudini alimentari. Sai, eliminare tutti i latticini e i prodotti che li contengono è tanta roba specialmente se prima ne mangiava troppo. Sfido chiunque a non sentirsi meglio dopo…poi sai…non si può dare una risposta certa in questi casi. La mente gioca un ruolo fondamentale condizionando moltissimo le nostre scelte. Comunque l’importante è stare bene senza però peggiorare la situazione. La medicina allopatica purtroppo è sempre più distante dalle persone specialmente da quelle che si fanno tante domande. Laura
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18 marzo 2017 at 15:52
Questi articoli che cercano di fare ordine nelle confuse testoline di chi attribuisce tutti i suoi mali a intolleranze e allergie auto diagnosticate o “certificate” con l’aiuto di test inverosimili, mi fanno infinitamente piacere. Mi associo con forza, anche perché ho potuto constatare su miei conoscenti i pessimi effetti di diete sempre più restrittive, intraprese seguendo la falsa scienza. Spero tanto, mi auguro e vi auguro che i vostri sforzi riescano a recuperare qualche “falso intollerante” pentito.
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18 marzo 2017 at 15:57
Sono contenta del tuo sostegno Silvia. Io che sono sempre ottimista però, questa volta, ho dei dubbi sul fatto che i nostri sforzi possano servire perché non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire…Laura
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18 marzo 2017 at 21:24
Concordo pienamente con te Laura! Era ora che qualcuno facesse un po’ di chiarezza in materia!
A me alcuni anni fa è stata diagnosticata la celiachia e posso dirti che quando chiacchierando dico alle persone che sono celiaco, spesso mi sento rispondere “ah ma sai che forse ho anche io il tuo stesso problema?”.
Oggi c’è moltissima gente che mangia gluten free senza alcuna ragione, mentre io non so che cosa darei per poter mangiare una bella focaccia soffice invece di quella spugna che viene etichettata come “pane gluten free”.
Questi comportamenti mi fanno innervosire non poco!
Io quando ho notato di aver problemi dopo aver bevuto una tazza di latte ne ho parlato col medico e siamo riusciti a reintrodurlo gradualmente nella mia dieta (evitando magari in principio il latte caldo perché arriva diretto all’intestino, preferendolo magari freddo e in piccole quantità per dar modo al corpo di riabituarsi) e la situazione si è risolta. Con questo non voglio dire che le intolleranze al lattosio si guariscono col latte freddo, ma intendo dire che se ci sono problemi la soluzione non va certo cercata su internet.
Insomma no alle diete fai da te, modaiole e per sentito dire, quando ci sono problemi rivolgiamoci sempre a medici qualificati!
Luca.
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19 marzo 2017 at 1:05
Hai perfettamente ragione, è questo il concetto che deve passare perché è così che si dovrebbe fare. Quando è possibile si deve cercare di reintrodurre l’alimento problematico. Non è bello vivere di privazioni per motivi di salute, per nulla. Grazie per aver condiviso la tua esperienza, avvalora non poco il mio scritto. Laura
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