Per chi non ci ha mai voluto credere adesso non ci sono più scuse: i consumatori di carne si sono sempre cibati di animali allevati con gli antibiotici.
A svelarlo sono alcuni marchi che si vantano di vendere carne di animali allevati senza antibiotici negli ultimi mesi della loro vita.
Perché viene precisato che gli antibiotici non vengono somministrati durante gli ultimi mesi di vita dell’animale? Perché allevare un animale senza antibiotici oramai è impossibile.
E perché è impossibile? Perché tutti gli allevamenti sono intensivi.
Negli allevamenti intensivi moltissimi animali vivono in condizioni molto stressanti per il sovraffollamento e le condizioni igieniche. Il cibo che ricevono è pensato per farli crescere in fretta a discapito della loro salute, tanto verranno macellati e la loro speranza di vita è molto breve.
Anche se ci sono delle regole obbligatorie da seguire che riguardano il benessere animale, fidatevi che non è tutto come dovrebbe essere.
I vitelli, per dirne una, vengono allevati esclusivamente con latte artificiale e quando bevono latte vero è latte mastitico che l’allevatore non può vendere perché munto da mucche malate di mastite appunto. Il suddetto latte ha una carica batterica molto alta composta prevalentemente da patogeni. Secondo voi, come può crescere bene in questo modo un vitello? Cresce riempito di antibiotici ovviamente.
Pensate che spesso proprio gli animali più giovani vengono scelti dalle mamme per sfamare i propri bambini. Le stesse mamme che forse prediligono il vitello a carne bianca, cioè anemico quindi malato. A questo proposito invito i consumatori di questa particolare carne ad informarsi su come si ottiene questo prodotto e allo stesso tempo mi chiedo se vale davvero la pena far subire ad un vitello una breve vita tanto innaturale quando questo alimento si può sostituire con altri eticamente più consoni.
Le stesse mamme che scelgono per i loro bambini piccolissimi il prosciutto cotto consigliato da tutti i pediatri. Davvero? Il prosciutto cotto pieno di conservanti? Mah! Evidentemente sarà proprio necessario, altrimenti cosa potrebbero mangiare? Di pratico intendo…
Tornando agli allevamenti intensivi, sapete cosa è frequente trovare nei mangimi per animali da allevamento come polli e conigli per esempio? Il batteriostatico ovviamente, quindi antibiotico a basse dosi. Negli allevamenti intensivi l’individuo singolo non viene considerato e quando c’è da fare un trattamento si fa a tutto il gruppo (animali sani e malati).
Chissà se per quanto riguarda le carni non certificate come “libere da antibiotici” verranno davvero rispettati i tempi di sospensione proprio in tutti i casi. Speriamo.
Comunque, se tutto fosse stato fatto bene, oggi non avremmo tutti quei noiosi problemi di antibioticoresistenza.
Adesso riflettete sul prezzo della carne. È vero che grazie agli allevamenti intensivi costa assai di meno che decenni fa ma chiedetevi se vale davvero la pena.
fonte Immagine di copertina
18 ottobre 2018 at 9:51
Mi sorprendo di come riusciamo a sopravvivere!
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18 ottobre 2018 at 18:13
Sopravviviamo appunto 😉
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18 ottobre 2018 at 19:04
Ho finito per mangiare pochissima carne …
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18 ottobre 2018 at 21:34
Io ho iniziato con il mangiarne meno e poi a non mangiarne per niente. Non lo avrei mai detto ma non mi manca e adesso solo il pensiero sinceramente mi ripugna. Comunque sono scelte che ti devono venire da dentro.
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21 ottobre 2018 at 5:36
Ciao Laura, noi in casa abbiamo ridotto parecchio il consumo di carne ma (forse per come siamo stati “svezzati”) per me e la mia ragazza sarebbe una grossa forzatura eliminarla del tutto. Una cosa che ho notato però è che riducendo il consumo di carne, quando la consumiamo generalmente ci orientiamo su alimenti dei quali conosciamo per certo la provenienza e che sono di alta qualità.
Affrontando un altro aspetto emerso dal tuo articolo invece, aggiungo che purtroppo anche in apicoltura le grandi aziende apistiche trovandosi a dover gestire letteralmente diverse centinaia di alveari (spesso si tratta pure di aziende condotte a livello familiare) non c’è materialmente il tempo per verificare l’infestazione dei parassiti sulle api, per cui vengono trattate tutte come se fossero infestate a prescindere. Certo, non vengono trattate con antibiotici (è proibito), però insomma non è che per le api sia un bagno di acqua fresca.
Come piccoli produttori è molto difficile sopravvivere, ma sono ancora convinto che valga la pena di fare uno sforzo.
Buona giornata!
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21 ottobre 2018 at 10:18
Grazie Luca per aver condiviso la tua esperienza. Consumare meno carne di sicuro è un gran passo per la vostra salute e per l’impatto sull’ambiente. Questa scelta, come hai scritto tu, vi porterà a concentrarvi di più sulla qualità e gioverà alla filiera corta.
Per quanto riguarda le api, sai che non me ne intendo per nulla ma immagino che siano trattate in massa e anche preventivamente.
Comunque, non è che le piante vengano trattate diversamente e essere vegetariani non pone al riparo da sostanze che non vorremmo ingerire.
Per questo insisto sempre sulla filiera corta che ci aiuta a sapere qualcosa di più su quello che decidiamo di mangiare.
Buona giornata anche a te.
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