Se a Natale siamo stati tutti più buoni non dimenticate che tra poco arriverà la Befana. Siete stati buoni o cattivi? Come da tradizione se la vostra condotta non è stata esemplare la Befana (o chi per lei) vi porterà il temuto carbone…

Nel caso siate stati cattivelli potreste ritrovarvi una montagna di carbone da smaltire ma insieme ai miei amici bloggers vi propongo alcune idee. Se avete ricevuto del carbone sperate che sia quello vegetale!

Infatti il carbone vegetale è un rimedio utile per diversi disturbi ma prima di scoprire quali sono scopriamo insieme cos’è.

Il carbone vegetale o Carbo ligni officinalis è ottenuto da una lavorazione del legname e dei suoi cascami. Il legno più utilizzato può essere di betulla, pioppo, salice, tiglio ma anche noce di cocco, segatura ecc.

La produzione di carbone vegetale avviene eliminando l’ossigeno al processo di di combustione della legna in modo che il fuoco non si spenga ma anche che non si sviluppi la fiamma. Il processo di carbonizzazione può durare anche una settimana.

La prima fase della lavorazione consiste nella calcinazione ovvero il riscaldamento (combustione senza fiamma) ad alta temperatura (500-600°C in atmosfera carente di ossigeno) del materiale sopra citato ottenendo così un residuo stabile al calore (carbone). La trasformazione è una distillazione secca del legno.

Si procede quindi all’attivazione che è un processo utile ad aumentare il potere assorbente eliminando in particolare i catrami che ostruiscono i pori. Con una nuova combustione tra i 900 e i 1000°C in una corrente d’aria e di acqua iniettata a forte pressione si ottiene l’ossidazione controllata. Grazie a questo processo si formano microscopici alveoli nella superficie del carbone e questo fenomeno permette l’adsorbimento.

Le proprietà adsorbenti permettono di trattenere molti tipi di sostanze attraendo le molecole nella loro superficie interna, sostanze che possono essere nuovamente cedute senza che ne venga alterata la struttura chimica.

Pensate che la superficie sviluppata da 1 g di carbone vegetale varia da 400 a 2500 metri quadrati.

Il risultato è una polvere nera, leggera, inodore ed insipida.

Ma quali sono i possibili utilizzi di questa particolare polvere nera?

Le sue proprietà sono conosciute da molto tempo tanto che nell’800 era utilizzato in ambito tessile come decolorante e per deodorare l’acqua trattata ma veniva usato anche per potabilizzare l’acqua.

Oggi il carbone è presente nei filtri per l’acqua o in quelli delle maschere anti-gas.

Il carbone vegetale viene utilizzato principalmente per la sua capacità adsorbente a livello gastrointestinale quando compaiono i sintomi del meteorismo come dolori al basso ventre, flatulenza, eruttazioni ma anche in caso di diarrea, intossicazioni acute, fermentazione e gas intestinali o anche alitosi.

Il suo utilizzo forse più noto è come antitossico nei confronti dei veleni specialmente in caso di avvelenamento da funghi. In questo caso si somministra carbone e a seguire un purgante salino.

Può essere prescritto dal medico anche prima di effettuare alcuni esami clinici come l’ecografia dell’addome superiore. Il carbone, adsorbendo i gas intestinali facilita l’interpretazione dell’ecografia.

Il carbone riduce la motilità intestinale e prolunga il tempo del transito gastrointestinale senza tuttavia essere assorbito e l’intera dose ingerita viene escreta con le feci che possono assumere il colore nero.

Tuttavia, sino ad ora, gli effetti dimostrati sono i seguenti:

ostacola l’adsorbimento delle sostane tossiche a livello gastro-intestinale

cura l’intossicazione da farmaci

favorisce l’adsorbimento dell’aria e dei gas nel tratto intestinale.

È importante sottolineare però che il carbone vegetale NON può aiutare in occasione di assunzione di sostanze tossiche come cianuro, soda caustica, alcool etilico, alcool metilico, integratori di ferro e acidi inorganici.

Inoltre si deve evitarne il consumo dopo l’assunzione di liscivia (o altre basi forti alcaline) e forti acidi.

Attenzione anche durante l’uso di farmaci e di pillola anticoncezionale perché il carbone potrebbe ridurne gli effetti. Meglio assumere il carbone a distanza di 3/4 ore dai farmaci.

È utile ricordare che l’effetto del carbone vegetale è diminuito dal gelato e dal succo di frutta.

A seguito di alcune ricerche scientifiche pare che assumere otto grammi di carbone attivo tre volte al giorno per un mese riduca del 25% il colesterolo totale, del 40% l’LDL e aumenti del 8% l’HDL.

Oltre all’utilizzo alimentare si può impiegare anche come rimedio in caso di punture di insetti e ragni facendo un impacco alternando carbone e bicarbonato di sodio.

Se invece volete utilizzare il carbone con finalità estetiche potete provare a sbiancare i denti lavandoli per un paio di minuti con uno spazzolino impregnato di carbone ma non strofinate troppo, sono sufficienti dei delicati movimenti circolari. Alla fine del trattamento non spaventatevi perché avrete tutti i denti neri ma basterà sciacquare bene. Avrete denti davvero ben puliti!

Un altro utilizzo con fine estetico riguarda la pulizia del viso e per questo vi rimando ad un mio precedente post che potete trovare qui.

Per quanto concerne le dosi di utilizzo bisogna seguire sempre le indicazioni del produttore poiché un utilizzo a dosi troppo elevate può dare luogo a stipsi.

Si può trovare sotto forma di polvere libera, capsule o compresse e si può acquistare in farmacia, erboristeria o nei negozi di alimentari.

Ultimamente avrete notato che dilaga la moda di colorare l’impasto del pane, dei grissini della pizza ecc con il carbone vegetale. In questo caso però la finalità è solamente estetica perché la quantità di carbone utile a colorare non sarà sufficiente per avere le proprietà sopra citate.

Siete curiosi di scoprire cos’hanno realizzato i miei amici bloggers con il carbone vegetale?

Iniziamo con la mia amica Romina di Cooking Beauty che ha pensato alla cura dei nostri denti per un sorriso speciale da dedicare a chi ci ha regalato il carbone pensando di farci un dispetto…

Invece Spignattidea ci propone una maschera purificante utile anche per spaventare i più molesti. Loro si spaventeranno e noi avremo una pelle super pura!

Ecco un perfetto esempio di adattamento, di ottimismo. Abbiamo trasformato un brutto regalo in qualcosa di positivo dimostrando che abbiamo saputo reagire bene alle avversità traendone un vantaggio.

Buona festa della Befana a tutti!

Laura Faedda